Nel 2002, assieme a Daniel Zimmermann, vince il primo premio al concorso della Défense con il de Pourquery-Zimmermann Quintet, presto semplicemente denominato DPZ. Si afferma poi come cantante e sassofonista con il collettivo punk Rigolus, che dirige dal 2005 al 2011. Al contempo, entra a far parte del MégaOctet guidato da Andy Emler. Nel 2009 dell’album He’s Looking at You, Kid, gli procura una residenza di tre anni al festival Jazz sous les pommiers, a Coutances. Nel 2010 fonda The Brain Festival, una manifestazione i cui proventi vengono devoluti alla ricerca sulle malattie neurodegenerative.
Nel 2012 firma con DPZ l’album The Endless Summer e nel 2014 incide Play Sun Ra, primo lavoro del gruppo Supersonic, che de Porqueray ha fondato nel frattempo (2011) con Laurent Bardainne, Fabrice Martinez, Arnaud Roulin, Frederick Galiay e Edward Perraud. L’album viene premiato a Victoires de Jazzdel 2014 ed è tra i finalisti al Prix du disque françaisdella Académie du jazz. Nello stesso anno il sassofonista crea il duo pop VNKG, con cui nel 2015 incide Illumination. Oltre all’attività con Supersonic, collabora regolarmente con Fred Pallem, Jeanne Added, Sarah Murcia, Oxmo Puccino, Mick Jones, il gruppo inglese di musica elettronica Metronomy e ha da poco inciso l’album Broadways con la Red Star Orchestra.
È soprattutto con Supersonic che de Pourquery concretizza e matura la sua notevole cifra espressiva: la rilettura dell’opera di Sun Ra avviene in un contesto fortemente spettacolare, in cui virtuosismi e equilibrismi improvvisativi s’innestano in un’ironica teatralità il cui corrosivo umorismo sembra rifarsi a Alfred Jarry, senza perdere di vista una peculiare sensibilità poetica per l’universalità della natura umana. Un’esibizione di Supersonic (che ha da poco pubblicato il secondo album, Sons of Love per Label Bleu) è un vero e proprio happening, in cui gli interventi solistici di de Pourqueray e di Bardanne si alternano a scatenati unisoni e a interventi vocali che ricordano anche il sardonico approccio di Frank Zappa e i Mothers of Invention. Non va trascurato, peraltro, il contributo esuberantemente scenico, quasi dadaista, del batterista (e quasi giocoliere) Edward Perraud.
Thomas de Pourquery è anche l’autore delle colonne sonore di pellicole come La Fille du 14 juillet di Antonin Peretjatko (2013), Fidelio, l’odyssée d’Alice di Lucie Borleteau (2014), Une histoire américainedi Armel Hostiou (2014), La Loi de la jungle (2016) di Antonin Peretjatko.
Si è inoltre fatto valere anche come attore in opere cinematografiche quali Il est des nôtres di Jean-Christophe Meurisse, Tristesse Club di Vincent Mariette, Here’s Looking at you, kid di Fred Poulet, Les Photographes di Aurélien Vernhes-Lermusiaux, La Loi de La Jungle di Antonin Peretjatko, Apnée ancora di Jean-Christophe Meurisse.
In collaborazione con DuNose Productions – Francia
Ten years after the formation of his supergroup Supersonic, orbiting in Sun Ra’s orbit, saxophonist-singer Thomas de Pourquery takes over the command of the flagship, whose “Back To The Moon” marks the third take-off where we meet Mingus, a love story, ET, Caetano Veloso in Kikongo, a robot and epic songs. The formation therefore celebrates its 10th anniversary, longevity not so frequent with a faithful squad: Thomas de Pourquery is still flanked by Laurent Bardainne, Fabrice Martinez, Arnaud Roulin, Frederick Galiay and Edward Perraud, dream team whose names have appeared for a long time, as leaders or sidemen, on projects that explode the boundaries between jazz, progressive rock, elaborate pop, psychedelic funk, contemporary, electronic, African music…
(…) And then there was Parisian altoist Thomas de Pourquery (above) and his Sun Ra project, Supersonic (below), who headlined on Saturday and pretty much blew everything else out of the water. Their gig, at the RNCM, was total madness: an absurd and absurdly brilliant mashup of jazz, blues, grunge, kitsch electronica and slapstick comedy – like watching a collaboration session between Laurel and Hardy, Weezer and an early naughties Casio keyboard demo, or catching a pared-down Arkestra playing an after hours jam at Philippe Gaulier’s clown school. They stormed through arrangements of ‘Rocket Number Nine’, ‘Love In Outer Space’, ‘Space Is The Place’ and ‘Watusi Egyptian March’ and it was glorious – right up there with the best gigs I’ve seen this.